Alla fine di quest'anno cesserà la produzione dei Defender su suolo britannico, perciò sono state promosse molte iniziative per rendere omaggio a questa gloria inglese. La più curiosa è stata quella di tracciare la sagoma di un Defender, lunga più di un km, sulla spiaggia della Red Wharf Bay, sull'isola di Anglesey, nel Galles del Nord. E questo perché proprio sulla sabbia di quella grande baia l'Ing. Maurice Wilks disegnò, nell'estate del 1947, la sagoma inconfondibile di un mito che resiste ancora oggi, quasi settant'anni dopo. Il progetto piacque al fratello Spencer, direttore della Rover, che l'anno successivo cominciò la produzione del fuoristrada per antonomasia, venduto in 190 paesi del mondo in più di due milioni di esemplari.
Anche noi abbiamo voluto rendere omaggio al nostro vecchio Defender, riportandolo nella sua terra d'origine.
Il nostro viaggio si è svolto in CORNOVAGLIA e GALLES dall'11 giugno al 1° luglio 2015, con questo itinerario.
In totale abbiamo percorso 5.240 km, di cui 2.663 su suolo britannico ed il rimanente per l'avvicinamento attraverso Svizzera e Francia. Per raggiungere la Gran Bretagna abbiamo utilizzato un traghetto della Brittany Ferries da Roscoff a Plymouth in andata e l'Eurotunnel da Folkestone a Calais al ritorno.
Il nostro viaggio si è svolto in CORNOVAGLIA e GALLES dall'11 giugno al 1° luglio 2015, con questo itinerario.
In totale abbiamo percorso 5.240 km, di cui 2.663 su suolo britannico ed il rimanente per l'avvicinamento attraverso Svizzera e Francia. Per raggiungere la Gran Bretagna abbiamo utilizzato un traghetto della Brittany Ferries da Roscoff a Plymouth in andata e l'Eurotunnel da Folkestone a Calais al ritorno.
Parte prima: Devon e Cornovaglia meridionali
Giovedì 11 giugno '15
Tappa di avvicinamento, in una giornata piuttosto calda. Il percorso di oggi attraversa la Svizzera ed entra in Francia a Mulhouse, per proseguire in direzione di Parigi. Nella parte francese si sono alternate strade provinciali, molto scorrevoli, a tratti autostradali. Il sistema autostradale francese è gratuito in alcune regioni come la Bretagna, ma in maggioranza è a pedaggio, con metodi di riscossione diversi tra loro, che creano confusione. Abbiamo attraversato una parte della Francia totalmente rurale, con campagne ondulate bellissime, coltivate a cereali e inframmezzate da vasti boschi. I villaggi sono pochi, modesti, ma sempre in ordine. Siamo passati per il villaggio natale di Charles De Gaulle: Colombey-les-deux-églises. Sosta serale in un'area di servizio confortevole, come lo sono sempre quelle francesi.
Venerdì 12 giugno ‘15
Il tempo è cambiato repentinamente, passando dall’afa alla pioggia battente che è durata tutto il giorno. Il percorso di oggi è interamente autostradale, perciò piuttosto monotono. Arriviamo a sfiorare Parigi e ce ne accorgiamo ovviamente dal traffico. La sera ci regala una nota positiva perché il campeggio Aux 4 Saisons che abbiamo scelto a Roscoff è proprio su una bella spiaggia a mezzaluna, odorosa di molluschi. In cima c'è lo scheletro di un bunker, che ora sembra un reperto archeologico.
Anche il tempo si apre ad un po’ di sole. Andiamo al centro di Roscoff, al porto. L’obiettivo, programmato dall’Italia, è quello di mangiare un sontuoso Grand Plateau de Fruits de Mer, che solo qui in Bretagna si può gustare. Senza guardare il portafogli ci infiliamo nel primo ristorante che lo propone. Giovanni si gusta un sacco di ostriche e soprattutto un grosso, grasso granchio dal pungente sapore di mare.
Anche il tempo si apre ad un po’ di sole. Andiamo al centro di Roscoff, al porto. L’obiettivo, programmato dall’Italia, è quello di mangiare un sontuoso Grand Plateau de Fruits de Mer, che solo qui in Bretagna si può gustare. Senza guardare il portafogli ci infiliamo nel primo ristorante che lo propone. Giovanni si gusta un sacco di ostriche e soprattutto un grosso, grasso granchio dal pungente sapore di mare.
Sabato 13 giugno ‘15
Tempo bello e ci rilassiamo con una lunga passeggiata sulla spiaggia bianca. C’è il culmine di bassa marea a quest’ora del mattino e l’acqua è quasi del tutto scomparsa dalla baia, lasciando in vista una serie di scogli.Ci fermiamo per un po’ ad osservare la lenta risalita del mare e a tarda mattina ce ne andiamo in città per una piccola spesa, e poi al porto per l’imbarco su un traghetto della Brittany Ferries, con destinazione Plymouth, città del Devon al confine con la Cornovaglia. Formalità semplici e partenza in orario. Traversata noiosa di 6 ore e arrivo puntuale. La città vista dal mare non è attraente, soprattutto sotto un cielo cupo come quello di stasera. Sbarco veloce, ma con un rigoroso controllo dei passaporti da parte della dogana britannica. Ma non siamo in Europa? Ci immettiamo nel centro cittadino con un po’ di apprensione per la guida a sinistra, ma il navigatore ci viene in aiuto guidandoci senza errori al campeggio Riverside Park. La reception è chiusa e dobbiamo rivolgerci al bar, dove un oste che sembra uscito da un film, grassoccio e col viso tondo, con sorrisetto e voce melliflua ci sottrae 19,5 sterline per farci sostare nel parcheggio del campeggio. Sistemazione accettabile perché il luogo è silenzioso e vicino ai servizi, piuttosto vecchi ma puliti.
Domenica 14 giugno ‘15
Visitiamo il centro di Plymouth, che è un quartiere chiamato Barbican, affacciato sul porto dal quale sono partite tante spedizioni importanti, tra cui i primi pellegrini che colonizzarono l’America e il capitano Cook per i suoi viaggi intorno al mondo.
Le case del quartiere sono ristrutturate per l’attrazione turistica, con numerosi ristoranti caratteristici, botteghe artigianali e ambulanti tipici.
Ci dirigiamo poi al promontorio di Hoe che oltre ad una imponente fortezza ospita la “promenade”, un grande spiazzo verde con un faro e vari monumenti. Spicca la statua di Sir Frances Drake, che proprio su questo prato stava giocando a bocce quando fu avvertito dell’arrivo della Invencible Armada. In proposito vi rimando al post su Drake.
Prossimo obbiettivo della giornata il Dartmoor, la brughiera più vasta e disabitata d’Inghilterra. Troviamo un sacco di turisti, addirittura coi pullman e l’ambiente stava per deluderci fino quando non ci siamo inoltrati verso Whiteworks, il luogo che ha ispirato il romanzo di Conan Doyle “Il mastino dei Baskerville”, protagonista Sherlock Holmes. Qui abbiamo potuto apprezzare appieno il fascino della brughiera, con le sue distese spazzate dal vento, gli anfratti e le torbiere.
Questi sono i paesaggi nei quali è stato girato il commovente film “War Horse”, diretto da Steven Spielberg, che in proposito ha detto: "I have never before been gifted with such an abundance of natural beauty as I experienced filming War Horse.”
Le case del quartiere sono ristrutturate per l’attrazione turistica, con numerosi ristoranti caratteristici, botteghe artigianali e ambulanti tipici.
Ci dirigiamo poi al promontorio di Hoe che oltre ad una imponente fortezza ospita la “promenade”, un grande spiazzo verde con un faro e vari monumenti. Spicca la statua di Sir Frances Drake, che proprio su questo prato stava giocando a bocce quando fu avvertito dell’arrivo della Invencible Armada. In proposito vi rimando al post su Drake.
Prossimo obbiettivo della giornata il Dartmoor, la brughiera più vasta e disabitata d’Inghilterra. Troviamo un sacco di turisti, addirittura coi pullman e l’ambiente stava per deluderci fino quando non ci siamo inoltrati verso Whiteworks, il luogo che ha ispirato il romanzo di Conan Doyle “Il mastino dei Baskerville”, protagonista Sherlock Holmes. Qui abbiamo potuto apprezzare appieno il fascino della brughiera, con le sue distese spazzate dal vento, gli anfratti e le torbiere.
Questi sono i paesaggi nei quali è stato girato il commovente film “War Horse”, diretto da Steven Spielberg, che in proposito ha detto: "I have never before been gifted with such an abundance of natural beauty as I experienced filming War Horse.”
Segue un noioso tratto autostradale fino al Bodmin Moor, la brughiera di Cornovaglia, e ci lasciamo tentare da un’invenzione turistica dei locali: la visita del Dozmary Pool, lo stagno nel quale sarebbe stata gettata la spada di Re Artù dopo la sua morte.
Sosta serale in un bel campeggio vuoto al Colliford Lake.
Lunedì 15 giugno ‘15
Tempo sereno. Stamattina puntiamo al mare, avendo come primo obiettivo la penisola poco conosciuta di Roseland. Facciamo un tratto di autostrada fino ad Austell. Il traffico è intenso e così rimane per tutta la giornata, anche sulle strade secondarie. Solo quando un errore del navigatore ci fa infilare nelle stradine campestri il traffico sparisce, e meno male, perché si tratta di tratturi ad una sola corsia, senza passing place e senza possibilità di deviare a causa delle siepi che li costeggiano.
Arriviamo a Mevagissey e ci infiliamo tra le case fino al porticciolo. Grazioso, qualche foto e via. Bellissima invece è la cittadina di St. Mawes, circondata da due bracci di mare. Eleganti le case bianche, curati alla perfezione i giardini rigogliosi. Mare blu e sole splendente ce la fanno paragonare alla Costa Azzurra.
Ritorniamo per una strada diversa per poter prendere il traghettino storico King Harry Ferry (il servizio ha avuto inizio più di 100 anni fa) che attraversa un piccolo braccio di mare.
Meta finale di oggi Lizard Point, il punto più a Sud della Gran Bretagna. Niente di che, a parte i troppi pullman e negozietti di souvenir. Più bello il Kynance Cove, poco più a Ovest, cui si accede a piedi da un grande parcheggio, a pagamento come al solito.
Il campeggio di stasera è il Franchis Park, consistente in due grandi prati circondati da querce. Da notare la diversità rispetto ai campeggi italiani: qui nessuno finora ha chiesto documenti o ha rilasciato ricevute. La receptionist ti dice cosa costa la notte, allunga la mano per prendere i soldi in contanti e ti saluta.
Arriviamo a Mevagissey e ci infiliamo tra le case fino al porticciolo. Grazioso, qualche foto e via. Bellissima invece è la cittadina di St. Mawes, circondata da due bracci di mare. Eleganti le case bianche, curati alla perfezione i giardini rigogliosi. Mare blu e sole splendente ce la fanno paragonare alla Costa Azzurra.
Ritorniamo per una strada diversa per poter prendere il traghettino storico King Harry Ferry (il servizio ha avuto inizio più di 100 anni fa) che attraversa un piccolo braccio di mare.
Meta finale di oggi Lizard Point, il punto più a Sud della Gran Bretagna. Niente di che, a parte i troppi pullman e negozietti di souvenir. Più bello il Kynance Cove, poco più a Ovest, cui si accede a piedi da un grande parcheggio, a pagamento come al solito.
Il campeggio di stasera è il Franchis Park, consistente in due grandi prati circondati da querce. Da notare la diversità rispetto ai campeggi italiani: qui nessuno finora ha chiesto documenti o ha rilasciato ricevute. La receptionist ti dice cosa costa la notte, allunga la mano per prendere i soldi in contanti e ti saluta.
Martedì 16 giugno ‘15
It’s a fine day. Il tempo regge ancora. Andiamo alla Poldhu Point, il luogo da cui, nel dicembre 1901, fu inviato il primo segnale di telecomunicazione transatlantico: tre punti, equivalenti alla lettera “s”, che furono captati da Guglielmo Marconi a St. Johns, Terranova. Il sito non è molto popolare, a giudicare dal fatto che ci siamo solo noi stamattina a visitarlo. C’è un piccolo museo con antenne radio e una stele commemorativa. E pensare che tutta la nostra tecnologia: radio, televisione, cellulari, internet, ha avuto origine da lì !
Il luogo è suggestivo e facciamo un piccolo tratto del coastal path, che è un sentiero costiero che segue esattamente il bordo di tutto il Sud-Ovest inglese, arrivando a coprire una lunghezza totale di 1014 km. Una meraviglia per i camminatori!
La prossima sosta è a Marazion, dove sorge il St. Michael Mount, il doppione esatto del Mont Saint Michel francese. L’isolotto ha le stesse dimensioni e la stessa distanza dalla terraferma. L’unica differenza è che c’è una sola costruzione in cima e alla base c’è un boschetto. Folla di turisti a visitarlo.
Superiamo Penzance per arrivare a Porthcurno, dove c’è il Minack Theatre, un teatro in pietra stile greco progettato e realizzato tra il 1931 e il 1983 per iniziativa di una donna straordinaria: Rowena Cade. E’ in posizione spettacolare a picco sul mare ed offre una vista mozzafiato su una scogliera ai cui piedi ci sono due spiagge di sabbia chiara. Il mare ha il colore della Sardegna.
Proseguiamo per Land’s End, il punto più occidentale della Gran Bretagna, con una bella scogliera. Però qui è stato installato il più bieco trappolone per turisti, un padiglione con vari negozi di souvenir, bar, ristoranti e intrattenimenti per bambini.
Beh, anche cose così ci vogliono in un viaggio, per poter comprare gli oggettini inutili da regalare agli amici.
Il luogo è suggestivo e facciamo un piccolo tratto del coastal path, che è un sentiero costiero che segue esattamente il bordo di tutto il Sud-Ovest inglese, arrivando a coprire una lunghezza totale di 1014 km. Una meraviglia per i camminatori!
La prossima sosta è a Marazion, dove sorge il St. Michael Mount, il doppione esatto del Mont Saint Michel francese. L’isolotto ha le stesse dimensioni e la stessa distanza dalla terraferma. L’unica differenza è che c’è una sola costruzione in cima e alla base c’è un boschetto. Folla di turisti a visitarlo.
Superiamo Penzance per arrivare a Porthcurno, dove c’è il Minack Theatre, un teatro in pietra stile greco progettato e realizzato tra il 1931 e il 1983 per iniziativa di una donna straordinaria: Rowena Cade. E’ in posizione spettacolare a picco sul mare ed offre una vista mozzafiato su una scogliera ai cui piedi ci sono due spiagge di sabbia chiara. Il mare ha il colore della Sardegna.
Proseguiamo per Land’s End, il punto più occidentale della Gran Bretagna, con una bella scogliera. Però qui è stato installato il più bieco trappolone per turisti, un padiglione con vari negozi di souvenir, bar, ristoranti e intrattenimenti per bambini.
Beh, anche cose così ci vogliono in un viaggio, per poter comprare gli oggettini inutili da regalare agli amici.
Seguirà la seconda parte del diario, relativa a Cornovaglia e Devon del Nord.
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